Associazione Erpetologica Siciliana


 

LA VIPERA ASPIS HUGYI NOTE SU VIPERA ASPIS HUGYI (SCHINZ 1833) NELLA SICILIA ORIENTALE

INTRODUZIONE
Notizie generali sulla distribuzione e sulla ecologia in Sicilia di Vipera aspis hugyi Schinz 1833 ( Aspide o Vipera comune) sono rintracciabili in Bruno (1970,1985), Sorci (1986), Stergulc (1986) Turrisi (1995, in stampa), Turrisi & Vaccaro (1995, in stampa).

Questa breve nota riassume dati ricavati sulla base di catture, osservazioni in natura e reperti conservati dall' autore in diverse località della Sicilia orientale tra la primavera del 1993 e l'autunno del 1995. Questi dati sono stati integrati da notizie attinte dalla letteratura, da amici, gente dei luoghi e da alcuni reperti conservati presso il Museo di Zoologia del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Catania.


Fig.1.. Areale della vipera nella Sicilia orientale. Il maggior numero di osservazioni si hanno in corrispondenza delle principali elevazioni montuose. L'assenza di dati dagli Erei e da gran parte dei Peloritani è probabilmente conseguenza di una insufficiente ricerca.

DESCRIZIONE
La lunghezza massima accertata, relativamente ad un esemplare ucciso nei boschi dei Nebrodi, è stata di 67 cm. Il rapporto medio coda-corpo è risultato pari a 1/7 della lunghezza totale. I pochi esemplari da me conservati in alcool non mi consentono di determinare dati medi sulla folidosi ventrale che comunque va da un minimo di 132 squame ventrali (secondo il metodo di Dowling) per un giovane di Buccheri (Iblei centrali), ad un massimo di 148 per un esemplare adulto dei dintorni di Francofonte (Sr). La testa, piuttosto triangolare è comunque meno tozza di altre sottospecie di Aspide, si allarga nella zona posteriore.


Fig.2 ..Ornamentazione del capo e della prima parte del dorso in un maschio di 60 cm. dei Nebrodi centrale (sinistra); in una femmina di 48 cm. degli lblei occidentali (centro); in un giovane di 24 cm degli lblei centrali (destra).

L'apice del muso anteriormente è sempre ben ricurvo verso l'alto. Ilcolore di fondo osservato più comunemente è quello bruno-fulvo chiaro, meno frequente è quello grigio-cenere. Non ho mai registrato, nemmeno indirettamente, casi di melanoticismo e/o xantocroismo nel territorio considerato.

L'ornamentazione è sempre vistosa tanto nei giovani (che comunque assomigliano molto agli adulti a parte la mancanza delle macchie scure cervicali) che negli adulti. La banda dorsale è formata da una serie di ocelli continua ma non perfettamente simmetrica per circa 2/3 della lunghezza del corpo. La restante parte può essere ornata o da ocelli distinti tra loro o da un disegno a zig-zag continuo.

Le squame interne della banda sono color nocciola-scuro o bruno scuro, i contorni della stessa sono neri. Questo contorno è più marcato nei maschi e meno nelle femmine e nei giovani. Grosse macchie nere sono presenti ai lati del corpo ( le stesse macchie sono però dello stesso colore della banda nei giovani ). Parti ventrali grigio-rosate fittamente punteggiate o macchiate di bruno-scuro o di nero: talvolta sono completamente nere come nel caso di un grosso maschio dei Nebrodi. Punta della coda verde-chiaro.


Fig.3: Visione laterale del capo di una femmina adulta degli lblei Sud-occidentali

NOTE TASSONOMICHE, BIOGEOGRAFICHE E DISTRIBUZIONE NELLA SICILIA ORIENTALE
Il genere Vipera è ampiamente diffuso nella Regione Paleartica.In Europa sono presenti 7 specie e quattro di queste sono pure diffuse in Italia. Vipera aspis (Linnaeus, 1758) è l'unica che si sia spinta fino al Sud della penisola colonizzando due isole, Sicilia ed Elba (per Montecristo non ne è stata ancora provata l'autoctonia).
Per il territorio nazionale sono state distinte le seguenti sottospecie:
Vipera aspis atra Meisner , 1820 di Piemonte, VaI d' Aosta,Liguria;
Vipera aspis francisciredi Laurenti, 1768 delle restanti Parti d'Italia fino a una linea che congiunge il sud della Campania al Gargano;
Vipera aspis hugyi Schinz, 1833 di Puglia,Basilicata,Calabria,Sicilia e forse Montecristo.
Vipera aspis hugyi Schinz, 1833 è stata descritta su un olotipo proveniente dall 'Etna: 1833 Vipera hugyi Schinz, Naturgesh. Abb. Rept.:179; Taf.78, Fig.2. -Terra typica restricta (Schwarz 1936 ): Atna, Sizilien. (vedi Mertens & Wermuth, 1960 p197). La sua distribuzione è sud-appenninico-sicula.
Si tratta di una specie "invasiva" che è arrivata in Sicilia durante il Quaternario, un periodo geologico caratterizzato in Europa da clima freddo e umido che spinse molte forme animali a migrazioni forzate verso le più miti terre mediterranee. In questo periodo si formò un ponte siculo-calabro di terraferma per via della regressione marina susseguente alla glaciazione: fu così che trovarono riparo in Sicilia animali tipicamente appenninici (La Greca 1961, Bruno 1970, Turrisi 1995 in stampa, Turrisi & Vaccaro 1995 in stampa).
La distribuzione della Vipera nella Sicilia orientale rimarca per sommi capi le estese elevazioni orogenetiche di questa parte di territorio geografico. Prova ne è che il 60% dei dati da me raccolti si riferiscono a osservazioni o reperti al di sopra dei 500 metri sul livello del mare. La Vipera nella Sicilia orientale è quindi una specie altocollinomontana di norma assente dalle pianure alluvionali costiere (Piana di Catania, Piana di Gela), rara negli ambienti collinari al di sotto dei 500 metri. A differenza della Sicilia occidentale appare assente dalle zone costiere anche se dovrebbero essere controllati alcuni presunti ritrovamenti di Vipere (?) nella costa settentrionale del siracusano di recentissima acquisizione (Turrisi in verbis, estate 1995).
Non esiste un habitat preferenziale della Vipera nella Sicilia orientale anche perché mostra di essersi adattata agli ambienti ove è presente.

Sui Nebrodi vive al limitare dei boschi meglio se latifoglie con presenza di fitti arbusteti e vegetazione erbacea spesso solcata da piccoli corpi d'acqua. E' in questi ambienti che si apposta per la caccia a microroditori quali arvicole, topi selvatici e topi quercini: il rifugio è spesso ubicato nelle vicinanze e ciò è importante, in caso di pericolo, per un serpente abbastanza lento rispetto ai velocissimi colubri. Altrimenti, nell'impossibilità di raggiungere un riparo, l'Aspide resta immobile confidando nelle proprietà criptiche della sua livrea. Sui Nebrodi è più facile incontrarla tra i 1000 e i 1300 metri.

Sull'Etna un tempo era diffusa anche a basse quote: oggi credo che, causa l'eccessiva antropizzazione, al di sotto dei 500 metri sia praticamente assente. La si incontra nei coltivi specializzati quali vigneti o meleti spesso vicino ai muretti a secco che fanno da recinzione, nella vegetazione a ginestre delle rocce laviche al limitare dei boschi o immediatamente entro essi. I fungari etnei la temono molto e sanno anche i luoghi ove essa è più numerosa. E' diffusa tra i 700 e i 1000 metri ma la sua presenza nel comprensorio etneo è frammentaria.

Sugli Iblei è più presente nel tavolato interno tra le rade sugherete della parte occidentale e i boschi attorno a monte Lauro. Non sembra essere comune, anzi direi che è piuttosto rara, all'interno delle famose "cave" ( e ciò sorprende giacché in ambienti simili alle "cave" iblee quali le "gravine" del tarantino e del materano la Vipera dell'Hugy è invece comune come si rileva in Stergulc, (1986: p.46), che, al contrario, ospitano una ricchissima fauna erpetologica. Evidentemente all'interno di questi grossi complessi geologici non trova il microclima ideale per un rettile ovoviviparo qual essa è. Sorprende invece la presenza della Vipera all' interno delle coltivazioni ad agrumeto dei dintorni di Francofonte: bisognerà valuta,re se la presenza non lontana di un complesso boscoso a querceto solcato a fondovalle dal torrente Costanzo abbia favorito l'espansione del rettile nell' agrumeto o se si tratta di una presenza occasionale.
Per i Peloritani non ho molti dati ma l' Aspide non dev'essere comune in questa catena montuosa accidentata: le uniche informazioni positive che ho raccolto la danno presente nei fondovalle pietrosi con vegetazione bassa e sparsa che fa da corollario alle fiumare attorno alla gigantesca mole del monte Scuderi.

Non ho notizie recenti né dati storici riguardo l' altopiano ereo: secondo me è dovuto anche a un difetto di ricerche poiché questa catena montuosa di modesta elevazione, benché pesantemente alterata nei suoi complessi boschivi, presenta limitati ambienti idonei alla presenza della Vipera (ad es. il complesso di monte Altesina-Altesinella a Nord-Ovest oppure monte Salici col suo Bosco Buscemi a Nord-Est).

 

CONCLUSIONI

Il periodo di attività della Vipera nella Sicilia orientale va dalla metà di Febbraio alla fine di Novembre. E' possibile che questo serpente, così come accertato per il Biacco, il Colubro leopardino e la Biscia dal collare a basse altitudini, riduca anziché interrompere il suo normale ciclo vitale anche nei due mesi di Dicembre e Gennaio. Tollera agevolmente temperature dell' aria anche relativamente basse rispetto ai colubri: questo è dovuto al fatto che i Viperidi probabilmente sfruttano meglio a loro favore anche i più piccoli innalzamenti termici del substrato terricolo rispetto agli altri serpenti. Cosicché non è impossibile sorprendere l' Aspide in attività, come mi è capitato personalmente, in giornate relativamente fredde, umide, coperte, ventose o addirittura dopo una mattinata di pioggia primaverile e quindi con substrato ancora bagnato.

Mi pare chiaro che, da quanto scritto finora, l' Aspide non sia assolutamente comune nella Sicilia orientale ad onta delle decine di presunti avvistamenti che annualmente si registrano anche sui giornali locali o segnalazioni telefoniche alle associazioni ambientaliste.

Quelli che vengono sommariamente giustiziati per Vipere sono innocui Colubri leopardini (specie che peraltro raramente convive nello stesso biotopo frequentato dall' Aspide), o giovani di Biacco o Biscia dal collare. Benché sia localmente comune in certi territori, peraltro a bassa concentrazione antropica quali i Nebrodi centrali, l'Etna lato N-Ovest e S-Est e l'altopiano interno degli Iblei, non si può dire che la specie sia in aumento come scritto da qualche parte.

In realtà dovremmo parlare di uno status indeterminato di un taxon che comunque è relativamente raro visto che dai dati personali la Vipera rappresenta solo il 3% del totale degli ofidi da me osservati in tutto il territorio orientale dell'Isola nel periodo in esame. C'è però da considerare che il rettile in questione è una specie molto elusiva e abbastanza difficile da osservare in natura. Queste poche note vogliono solo essere un invito a una ricerca più approfondita e allargata nel tempo a una più vasta schiera di appassionati erpetologi per una migliore conoscenza della Vipera siciliana.

Angelo Vaccaro

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
-Bruno S. -(1970)- Anfibi e Rettili di Sicilia -Atti Accademia Gioenia di Scienze naturali di Catania, 39-314;
-Bruno S.-(1985)- Le Vipere d'Italia e d'Europa, Edagricole, Bologna;
-La Greca M. -(1963)- Le categorie corologiche degli elementi faunistici italiani-Atti Accademia Nazionale di Entomologia, Rendiconti anno XI, 231-253;
-Mertens und Wermuth -(1960)- Die Amphibien und Reptilien Europas (Dritte Liste, nach dem von 1. Januar)- Verlag Waldemar Krame1; Frankfurt am Main,.
-Sorci in AA. W -(1986) -Atlante iconografico della fauna vertebrata dello Zingaro, 25;
-Stergulc F.( 1986) -Vipere-ecologia, etologia, rapporti con l'uomo-Ed. Paoline;
-Turrisi G.F. (1995 in stampa) -Nota preliminare su Anfibi e Rettili dell' area iblea (Sicilia sud-orientale) (Amphibia, Reptilia);
-Turrisi G.F.-VaccaroA.- (1995 in stampa)- Contributo alla conoscenza degli Anfibi e dei Rettili di Sicilia (Amphibia, Reptilia).