Stress da trasporto o viaggio. Per evitare problemi, gli animali appena arrivati vanno posti in terrari o acquaterrari con temperatura più elevata della norma, vale a dire intorno ai 30° C e con scarsa luce, per almeno cinque e sei ore, prima di essere messi nel loro ambiente solito. Malessere diffuso. Questo si manifesta con mancanza di appetito, letargia, colori spenti, pelle opaca, occhi incavati, e, in alcuni casi con nervosismo acuto. Se riscontrate qualcuno di questi sintomi, controllate per prima cosa che la temperatura, l'umidità, la luce, i ripari e, soprattutto, le dimensioni della gabbia, siano quelle previste per le singole specie.
Rapporto calcio-fosforo : questi sono sintomi comunissimi nelle tartarughe e nelle lucertole e comportano carapaci ed ossa molli, che sfociano in deformità scheletriche. La dieta, specie negli animali in crescita, deve necessariamente essere arricchita di calcio, possibilmente di origine organica quali le ossa fresche finissimamente macinate, ossa di seppie in polvere mescolata al cibo, oppure lattato di calcio. In casi gravi giovano iniezioni di 0,5/1 ml di "Vetostelin" colloidale a giorni alterni; è importantissima l'azione calcio-fissatrice della luce solare o, in mancanza, di una luce artificiale miscelata a raggi infrarossi e ultravioletti. Avitaminosi A : tale carenza è caratterizzata da palpebre gonfie e inappetenza, specie nelle tartarughe. Bisogna spruzzare il cibo con olio di fegato di merluzzo o "Adisole" veterinario. Avitaminosi B : la mancanza di vitamina B1 (tiamina) colpisce il sistema nervoso dei serpenti che si nutrono esclusivamente di pesci, causando in loro convulsioni e successivamente la morte. Prima di introdurre i pesci morti nel terrario, è bene fare a ciascuno di questi una iniezione di poche gocce di un complesso B oppure immettere, a giorni alterni, nella bocca di un unico pesce, una capsula di complesso B. La mancanza di vitamina B2 (riboflavina) causa la paralisi delle zampe posteriori di alcune lucertole, in particolarmodo le iguanidi e le agamidi. Per rimediare o prevenire ciò, basta aggiungere al cibo un complesso B
Salmonellosi : questa infezione è molto spesso silente nei rettili; gli unici sintomi che, talvolta, possono apparire sono le feci liquide e verdastre. La salmonellosi, la cui diagnosi viene effettuata tramite esami microbiologici sulle feci, è tuttavia estremamente importante in quanto è una zoonosi, ossia è trasmissibile all'uomo. I rischi di infezione non sono tuttavia molto grandi, in quanto una normale igiene, dopo aver maneggiato gli animali ed i loro alloggi, offre adeguata protezione. Stomatite necrotica o cancro della bocca : sintomo molto comune nei serpenti. Si presenta come una superficie giallastra all'interno della bocca, che può successivamente produrre una sostanza caseosa lungo le file dei denti. L'animale colpito non può più mangiare. I batteri responsabili sono quelli normalmente presenti nell'ambiente, che si virulentano a contatto con lesioni o ferite. In questo caso bisogna lavare la parte interessata due volte al giorno con acqua ossigenata (perossido d'idrogeno) a 10 volumi al 3% indi bisogna applicare una pomata antibiotica. La miglior cura come sempre è la prevenzione, e perciò bisogna in ogni modo evitare la possibilità che l'animale si possa procurare ferite alla bocca. A tale scopo tassativamente non bisogna mai mettere sabbia o ghiaia sul fondo del terrario e bisogna evitare la presenza di spigoli vivi. Per animali nervosi, che tentano di mordere, per difesa, ad ogni piccolo movimento, bisogna assolutamente procurare loro un riparo quali una corteccia di tronco, o anche una semplice scatola di cartone.
Queste sono molto comuni nelle tartarughe sia terrestri che palustri. Derivano da raffreddamenti , stress da viaggio, sbalzi di temperatura, alloggiamenti non idonei, alimentazione non corretta eccetera. I sintomi classici si manifestano con occhi gonfi e chiusi, si notano difficoltà respiratorie, e dalle narici esce muco vischioso. Bisogna isolare subito gli animali colpiti, metterli in terrari o terracquari a temperatura di circa 30° C e, nei casi più gravi, intervenire con iniezioni di antibiotici specifici a base di tilosina "Tylan" con dosaggio di 0'3 ml per Kg di peso corporeo; oppure con della assitetraciclina "Pan-terramicina" 50 mg per Kg. di peso, oppure con un nuovo antibiotico a largo spettro che pare stia dando degli ottimi risultati nelle lunghe sperimentazioni effettuate presso le cliniche specializzate americane ed inglesi, che è il "Bytril" al 2,5% (enrofloxacina) con dosaggi di circa 3 Mg./Kg.
Questi sono molto comuni nel genus Terrapene. In questo caso bisogna incidere l'ascesso, pulire accuratamente la parte, anche all'interno della cute, con acqua ossigenata e poi trattare, due volte al giorno, con pomata anitibiotica. Anche in questo caso bisogna tenere l'animale a temperatura elevata intorno ai 30° C. "Zampe rosse" nelle rane : questa malattia è causata da batteri a seguito, generalmente, di abrasioni da trasporto. Può essere mortale se non curata. In questo caso bisogna trattare la parte interessata con acqua ossigenata a 10 volumi, oppure con una soluzione al 2% di solfato di rame.
Tricomoniasi ed amebiasi : molto contagiosa e spesso mortale. Le feci degli animali colpiti, spesso sono proprio quelli appena importati, sono fluide e viscide. Il trattamento d'elezione è quello effettuato con il " Flagyl", per bocca, 80 mg per Kg. di peso corporeo, mescolato al cibo o all'acqua o per sonda esofagea. La somministrazione va effettuata per due giorni consecutivi.
Vermi tondi (nematodi) : spesso si possono vedere ad occhio nudo nelle feci, ma è buona norma , in caso di dubbio, fare effettuare l'analisi microscopica. Il trattamento, per bocca, si può effettuare o con Adipato di piperazina con dosaggio medio di 60 mg./Kg, o con Fenbendazolo in dose di 50 mg./Kg.
Pidocchi ematofagi : di colore nero e simili ad una capocchia di spillo, si localizzano di norma attorno agli occhi, sul collo, all'attaccatura delle zampe. Sono pericolosi soprattutto perché migrano da un ospite all'altro, diffondendo quindi malattie. Una spugnatura con una soluzione di "Neguvon" elimina facilmente il problema. Vanno trattati naturalmente anche i terrari. Zecche : fare cadere su ciascuna zecca una goccia di alcool a 90° indi si possono togliere torcendole delicatamente con una pinzetta. Uova di mosche : sono pericolosissime, specie in presenza di ferite umide. Per una buona prevenzione, è bene controllare giornalmente, ed in particolare nel periodo estivo, che i vostri animali , specialmente le tartarughe, non presentino ferite o lesioni di qualsiasi tipo. In caso di riscontro di ferite bisogna subito lavare queste con acqua ossigenata a 10 volumi, indi togliere subito le uova di mosca e cospargere con abbondante polvere antibiotica.
Infezioni fungine possono verificarsi su ferite o abrasioni e sono molto comuni negli anfibi. In questa fattispecie bisogna applicare con un pennellino dell'acqua ossigenata sempre a 10 volumi, oppure una soluzione di mercurio-cromo al 2% o una soluzione acquosa al 3% di verde malachite.
Bolle cutanee : queste si sviluppano su serpenti e sono comuni nei serpenti giarrettiera (Thamnophis e lucertole tenuti in ambiente troppo umido) e nelle natrici. Le bolle scompaiono velocemente se lavate con acqua ossigenata a 10 volumi e se in concomitanza gli animali colpiti vengono trasferiti in terrari secchi e caldi.
Per la quasi totalità dei casi il primo intervento che potete effettuare con sufficiente sicurezza è un buon lavaggio della zona interessata con dell'acqua ossigenata a 10 volumi, e successiva applicazione di polvere antibiotica. Nel caso in cui si verifichino delle ferite dovute a morsi, bisogna immediatamente separare gli animali ed eventualmente tagliare con forbici i lembi necrotizzati della ferita.
Normalmente questa si associa a soggetti , serpenti e lucertole, defedati e magri, sotto stress, disidratati. Il periodo "opaco" pre-muta viene normalmente, ma la muta non inizia. In questa ipotesi bisogna mettere l'animale in un piccolo terrario ben riscaldato, sopra un substrato di muschio o di torba umidi. In alternativa si può anche adoperare un semplice sacchetto di tela in cui mettere il rettile, sempre con muschio o torba. In queste condizioni generalmente avviene entro le 12 ore. Fate attenzione a controllare che si sia staccato anche il "vecchio" scudo oculare (o occhiale), che altrimenti lo si può asportare anche, utilizzando delicatamente un pezzetto di nastro adesivo al quale farlo aderire.
Associazione Erpetologica Siciliana